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Concessioni balneari 2024: nessuna proroga, subito le gare

Maggio 2, 2024by redazione0

Concessioni Balneari 2024

La recente sentenza del Consiglio di Stato ha scosso il settore balneare italiano, soprattutto con riferimento alle concessioni demaniali. Pubblicata la sentenza numero 03940/2024 il 12 marzo, originata da un ricorso del 2023 di un proprietario di stabilimento a Rapallo, essa stabilisce che le concessioni per le spiagge scadano definitivamente al 31 dicembre dell’anno precedente, annullando quindi qualsiasi proroga al 31 dicembre 2024. Questa decisione è stata presa in conformità con i “principi della Corte di Giustizia dell’Unione Europea” datati 20 aprile 2023, che insistono su una procedura di gara trasparente e concorrenziale per la riassegnazione delle concessioni.

Questa sentenza mette in luce la problematica della “scarsità delle risorse spiaggia”, una posizione sostenuta dal governo italiano nelle mappature inviate a Bruxelles e che sfida le critiche locali che non vedono la spiaggia come una risorsa limitata. La scadenza forzata delle concessioni mira a introdurre una competizione leale e aperta, che potrebbe, secondo alcune associazioni di categoria, portare a un aumento significativo dei prezzi dei servizi spiaggia, con stime di rincari fino al 50%.

Le associazioni di categoria, tra cui Assobalneari e La Base Balneare, hanno espresso forte disappunto per le sentenze, descrivendole come “scellerate” e accusando il Consiglio di Stato di non rispettare la legislazione corrente, incluso il decreto “Milleproroghe”. Queste associazioni avvertono che le nuove normative potrebbero destabilizzare un settore che impiega fino a 300.000 lavoratori stagionali, minacciando la continuità di oltre 30.000 imprese balneari.

I presidenti di queste associazioni hanno chiesto al governo di intervenire con urgenza per proteggere l’occupazione e correggere ciò che considerano un’interpretazione errata della legge da parte dei giudici amministrativi. Essi temono che l’obbligo di indire nuove gare metta a rischio non solo gli stabilimenti esistenti ma anche l’accessibilità economica delle vacanze per le famiglie italiane e i turisti stranieri.

Questo periodo di incertezza e le sentenze contraddittorie del Consiglio di Stato sollevano interrogativi cruciali sulla gestione delle risorse naturali e sull’impatto delle decisioni giuridiche sull’economia turistica locale. L’appello al governo sottolinea la necessità di un equilibrio tra la conformità alle normative europee e il sostegno a un settore vitale per l’economia nazionale.

Con la stagione balneare ormai alle porte, la situazione richiede una risposta celere e ben ponderata da parte delle autorità italiane per garantire che il diritto europeo e le esigenze economiche locali possano coesistere armoniosamente.

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